PREMIO NAZIONALE
I Giovani ricordano
la Shoah
la Shoah
assegnato alla
SCUOLA SECONDARIA
DI PRIMO GRADO di OCCIMIANO
DI PRIMO GRADO di OCCIMIANO
Istituto Comprensivo Ticineto - Don Milani
(Piemonte)
Sopra all'ingresso del Palazzo del Quirinale, a sinistra la professoressa Sara Faroni riceve la targa premio dal Presidente della Repubblica Mattarella... a destra la sala del ricevimento
Il disarmante sorriso di Anne, che ha sconfitto l'oblìo,
rimane per me il simbolo migliore
di come il Bene, alla fine, sia più forte di tutte le atrocità.
Dedicato a tutti noi in questo giorno particolare.
Today, January 27th, in Europe we remember the victims of Nazism
(Auschwitz, Birkenau...) with a day called "The Memory Day". I chose
Anne Frank as a symbol of how hope can survive also in such terrible moments. Her smile crosses time and arrives
to us. Intact.
Oggi, il 27
gennaio, in Europa, vorrei ricordare le vittime del nazismo (Auschwitz
Birkenau...) Con un giorno chiamato "la giornata della memoria". Ho
scelto di Anne Frank come un simbolo di speranza come può sopravvivere anche in
questi momenti terribili. Il suo sorriso attraversa il tempo e arriva a noi.
Intatto.
SARA FARONI
Cos'è il libro di Josef?
Le classi
III A e III B, sotto la guida dei docenti Sara Faroni, Paola Malfatti e Paolo
Mazzucco, hanno creato il diario di un bambino immaginario, Josef Klein, che
durante gli anni del Nazismo decide di preservare testi e disegni degli autori
proibiti e dei pittori ‘degenerati’ destinati al rogo e all’oblio. Josef, nato
nel 1920, appartiene a una ricca famiglia di Berlino.
La sua
famiglia è ariana e simpatizzante di Hitler, Josef ha invece idee completamente
diverse, che nasconde ai suoi.
Il ragazzo
ha assistito a Berlino al rogo dei libri del 1933 e quindi decide in quell’anno
di ricopiare nel suo diario le poesie che gli piacciono di più degli autori
vietati dal Nazismo per evitare che tutto vada perso; durante la stesura, il
ragazzo comincia anche a raccontare tutti i fatti che vede intorno a lui di
profonda discriminazione ed esprime le sue idee su di essi: non è per niente
d'accordo e cerca di tenere nascosto ciò che prova per evitare che la gente
cominci a sospettare che lui stia dalla parte degli Ebrei.
Nel timore
di essere scoperto, seppellisce in campagna il diario; viene poi deportato nel
campo di Auschwitz II–Birkenau nel 1940 come prigioniero politico per attività
antinazista e poi, nel 1947, a guerra finita, recupera il suo diario per
lasciarlo in eredità a figli e nipoti.
Il diario di
Josef è stato scritto dai ragazzi nelle ore di Italiano e Storia e poi
arricchito con disegni nelle ore di Arte.
Nel suo
assemblaggio definitivo, il diario è stato scritto in un carattere simile a quello
delle vecchie macchine da scrivere degli anni ‘40 e arricchito con scritte (e
macchie!) fatte con il pennino a china, per dare un aspetto più autentico e
vissuto.
Oltre a
scriverne i contenuti, gli studenti hanno anche costruito loro stessi il libro:
utilizzando un telaio di legno artigianale, hanno rilegato le pagine del libro
con ago, filo, garza, cartone e stoffa, sotto la guida del professore di
Tecnologia e Arte.
Il ‘Libro’
di Josef, come oggetto in sé (oltre che per la storia umana che racconta), ha
quindi anche un forte significato simbolico: rappresenta un omaggio a tutti i
libri bruciati nei roghi nazisti, tema del concorso.
Un libro per
tutti i libri. Perché, come aveva profetizzato il poeta preferito di Josef,
Heinrich Heine, nel lontano 1820, "Là dove si bruciano i libri si finisce
per bruciare anche gli uomini".
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